domenica 15 febbraio 2015




    •    

    carta bianca

    21 febbraio - 28 marzo
    2015

    aab associazione artisti bresciani
    vicolo delle stella

    A cura di Anna Lisa Ghirardi



    La mostra costituisce la quarta tappa della rassegna Gli artisti bresciani e il disegno, esplorazione iniziata nel 2012 a cura di Ilaria Bignotti e proseguita nei due anni successivi da Fausto Lorenzi. Nel complesso panorama territoriale i curatori hanno effettuato, nelle diverse esposizioni, una selezione di artisti che rappresentano plurime modalità di sentire espresse attraverso il linguaggio segnico. 

    Nello specifico, questa mostra è dedicata all'esplorazione del disegno che migra dalle opere grafico/pittoriche alle pagine illustrate. È il frutto di una ricerca del segno tracciato sulla carta, dalle opere a parete alle pagine di un libro, che ci fa addentrare in punta di piedi nell'ambito dell'illustrazione, senza però voler scindere i luoghi dove esso trova dimora. Pertanto, gli artisti scelti hanno conosciuto nel loro iter l'incontro tra segno e parola. Nelle loro opere, in cui il linguaggio figurativo è un elemento comune, al di là delle possibili affinità, sono evidenti stili e sperimentazioni tecniche diverse. L'immagine e la parola si incontrano sotto varie forme: dall'inserimento di parole affianco alle immagini su carta senza che vi sia necessariamente un vero e proprio racconto, alla creazione di illustrazioni di libri, alla voce in performance e video.
    Le generazioni coinvolte sono quelle nate tra gli anni sessanta e settanta del secolo scorso, artisti giovani, ma non giovanissimi, taluni già palesemente maturi nella loro sintassi: Alicia Baladan, Sara Donati, Cristina Gardumi, Giuliano Guatta, Francesco Levi e Daniela Perani.
    Tra le opere presentate non mancano lavori inediti, tra cui un’opera su carta di grandi dimensioni, appositamente realizzata da ciascun artista. Questa ha inizialmente rappresentato simbolicamente la pagina bianca, il silenzio, la pausa, una presenza con la quale ogni artista da sempre si confronta. Premettendo che non si può che rimanere affascinati dall'incontro nella composizione- sia essa di note, parole, segni o forme- di silenzio e rumore, bianco e verso, candore e segno, assoluto e accidentale, è emozionante riflettere sull'incipit che percorre ogni creazione artistica, e non solo. A tal proposito, denso di spunti è il saggio Silenzio del violoncellista Mario Brunello. Possiamo affermare con certezza che il silenzio assoluto non può esistere, finché una forma di vita sia presente, tanto che il cantore del silenzio John Cage ci ha insegnato ad ascoltare il silenzio come materia musicale e proprio quell'ascolto ci garantisce che ogni suono sarà preso in considerazione. Il silenzio può essere immaginato come assenza, sta attorno ai suoni, ai colori, alle parole come un <<liquido amniotico>>, usando l'espressione del maestro Brunello. Premette ogni creazione artistica, la percorre e la segue. Se il silenzio che precede la prima nota e il silenzio dopo l'ultima sono indispensabili affinché la musica si riveli ed esista, altrettanto il bianco della carta è assenza e nel contempo unione dei colori, rappresenta idealmente il silenzio e la pausa del segno che ivi si appoggia. Ogni artista conosce i due stadi: il silenzio e il suono, ogni opera vive di uno e dell'altro. L'esperienza insegna a cercare il silenzio, affinché il rumore diventi suono. Il poeta Stéphane Mallarmé ingaggiò una lotta tormentosa verso l’essenziale, sino a giungere ad un componimento ridotto a frammento, ai limiti della pagina bianca, per l'appunto ai confini del silenzio, l’unica forma espressiva che allude all’assoluto. I nostri artisti hanno agito sulla carta, dal formato inusuale e per molti versi scomodo da gestire nello spazio di uno studio, dopo aver meditato una soluzione che li ha portati fuori dai contesti a loro più familiari. Le opere scaturite appaiono come diverse composizioni musicali, la loro risposta al bianco. Daniela Perani e Giuliano Guatta hanno preparato la superficie, hanno reso la pagina adatta ad accogliere il segno, ricreando con la piegatura della carta le righe di un quaderno ancora intonso. Segreta, nascosta dietro a finestre, appare invece la scrittura di Alicia Baladan. Solo i più curiosi potranno accedere alla sue immagini, scorgendo sotto il candore della carta altro bianco o misteriose figure minimaliste tracciate con un preciso segno nero. Cristina Gardumi ha usato i cinque metri di altezza per unire cielo e terra in un saluto, Hello, in cui le tensioni spirituali degli esseri si sono congiunte. In questa mistica Primavera lo spazio è colmato sottendendo l'ansia del desiderio di risposta. Con stupore ho aperto i rotoli di carta di Sara Donati e Francesco Levi: in entrambi campeggiano grandi antropomorfi alberi che tendono le loro fronde verso l'alto e hanno piedi a terra. Uno porta la valigia ed è quindi in viaggio, l'altro se ne sta seduto, forse in contemplazione del paesaggio, assieme al piccolo compagno dietro sé, ma come afferma il titolo -Adesso vado- è pronto anch'egli a partire. Nel caso in cui se ne andassero tutte e tre le piante, il bosco non resterebbe comunque vuoto, infatti altre più piccole presenze vegetali e animali lo animano. La scoperta dei grandi alberi apre una sorta di quinta scenica che ci fa addentrare nel mondo vegetale disegnato dai nostri artisti: camminiamo attraverso le curiose immagini fitomorfe di Sara Donati, ma anche tra la florida e misteriosa foresta di Alicia Baladan e tra gli evanescenti boschi di Daniela Perani che l'uomo di Giuliano Guatta ginnicamente esplora. Il confronto e l'immedesimazione stessa con la natura è un tema che ricorre nell'opera di tutti i nostri artisti, non ci stupisce quindi che la metamorfosi arborea, oltre a quella animale, sia presente anche nell'opera di Cristina Gardumi.
    In questa tangenza poetica, riscontrata in percorsi complessi e per molti aspetti divergenti,
    è possibile individuare lo iato epocale che stiamo vivendo, teso tra modernità e desiderio di armonia, di riscoperta di un'essenza originaria più profonda

Artefiera 2015







Artefiera 2015 di Bologna dal 23 al 26 gennaio presso l'Arengario studio bibliografico. Stand 66B padiglione 2